lunedì 31 gennaio 2022

Rigore di testa. Storie di pallone, paradossi, algoritmi: il calcio e i numeri come non li avevate mai immaginati di Marco Malvaldi, Paolo Cintia (Giunti Editore)

«Allo stesso modo del pittore, il fuoriclasse utilizza tutta la sapienza pratico-scientifica di chi lo precede per prendere l'oggetto matematico per eccellenza, una sfera, e mandarla in rete. C'è chi dice che il calcio è arte, e chi dice che il calcio è scienza. Noi, sommessamente, ci permettiamo di dire che forse è entrambe le cose.»

«Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Non sono d'accordo. Il calcio è molto, molto di più»Bill Shanky, storico allenatore del Liverpool

Tra una birra ghiacciata e un pacchetto di noccioline, gli animi s'infiammano davanti alla tv accesa con la finale di Champions League: parte la discussione, volano spintoni e moccoli, neanche fosse una puntata del Processo di Biscardi. Chi è più forte tra Messi e Cristiano Ronaldo? Il miglior portiere in circolazione? E il campionato più difficile in cui giocare? Potrebbero sembrare le solite chiacchiere da bar, ma fino a un certo punto: il calcio è una cosa seria. Oggi infatti accanto alle statistiche più semplici di ogni giocatore – gol segnati, minuti di imbattibilità, presenze – disponiamo di una valanga di dati, come i chilometri percorsi, il numero di tocchi di palla o la percentuale di passaggi riusciti. Analizzando questa enorme mole di informazioni, un gruppo di studiosi ha sviluppato una serie di algoritmi che consentono di prevedere la performance, il rendimento sul campo e la crescita dei singoli calciatori, ma anche di confrontare tra loro allenatori, squadre e campionati internazionali. In pratica, il sogno di ogni fantacalcista. A partire da storie di gol impossibili, calciomercati 
 

 

Berrettini numero 6 al mondo: la top 10 italiana di sempre - La Gazzetta dello Sport

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Ciclismo: Maiorca, De Lie sprinta a 19 anni! E a Marsiglia vince Capiot - La Gazzetta dello Sport

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MotoGP, KTM all'attacco: Fernandez 1° nello Shakedown a Sepang, 2° Pirro | GPone.com

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Indagine Abu Dhabi, a metà febbraio confronto con squadre e piloti - News | Autosprint

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Un cappuccino con Sconcerti: esportare tecnici e dirigenti, la banca migliore per il calcio italiano. Guardate Conte e Paratici... | Primapagina | Calciomercato.com

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La Roma studia i colpi estivi: la lista di Mourinho

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Criscitiello: "Lascia stupore la non strategia del Milan in questo mercato"

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Bentancur e Kulusevski: perché la Juve saluta proprio loro

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domenica 30 gennaio 2022

Arrivo a Brindisi del nuovo acquisto del Lecce ALESSANDRO PLIZZARI

Storie di sport e razzismo

Guariti dal Covid, le regole per tornare a fare sport

ANTEPRIMA SPORT - CAMPIONATO DI ECCELLENZA - 19^ GIORNATA - DI REMO TAGL...

LO SPORT AI TEMPI DEL COVID-19: «BISOGNA RIPORTARE I RAGAZZI A FARE SPOR...

Icaro Sport. Prato-Rimini, la vigilia di Marco Gaburro

M-Sport Road Book 🗒 | Monte Carlo 🇲🇨 | #RallyeMonteCarlo

𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁 𝗳𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

sabato 29 gennaio 2022

Il sofista nero: Muhammad Ali oratore e pugile di Marco Mazzeo (DeriveApprodi)

Muhammad Ali è il più grande peso massimo di tutti i tempi, ma anche la fotografia del mondo contemporaneo e delle sue ambivalenze. Per un verso, il pugile è icona della società di mercato e delle sue luminose pubblicità. Per un altro, è simbolo del movimento della contestazione degli anni Sessanta e Settanta: dà la scossa al movimento contro la guerra in Vietnam e la segregazione dei neri. Il libro è una biografia filosofica capace di rendere conto di questi aspetti, attraverso un'indagine accurata sulla vita del pugile. Ali porta la parola dentro la boxe, sport del pugno silente, attività nella quale fino a quel momento parlare era «roba da deboli». Il boxeur di Louisville, viceversa, fa dell'eloquio un'arma formidabile: i suoi insulti, le sue poesie aggressive e le predizioni su chi vincerà il match fanno nascere sul ring l'equivalente di un «sofista nero». Muhammad Ali anticipa così il mondo presente, nel quale il lavoro è legato allo sfruttamento della capacità umana di parlare. E il pugile diventa l'antesignano non solo della boxe spettacolo di Mike Tyson, ma anche dell'«economia della parola» di Amazon e dei callcenter. 


 

IL LECCE PRENDE PLIZZARI E RAGUSA. Intervento di Mattia Antonio Ala

Il Lecce chiude il mercato piazzando  i colpi Plizzari e Ragusa.

Vediamo nel dettaglio il profilo dei due nuovi calciatori giallorossi, che domani saranno in città  per sottoporsi alle visite mediche di rito prima di firmare il contratto.

 

ALESSANDRO PLIZZARI: portiere classe 2000, arriva in prestito  dal Milan.

In seguito all’infortunio del secondo portiere Marco  Bleve, probabilmente fuori fino a marzo, e con Borbei e Samooja impegnati con la Primavera, Pantaleo Corvino ha pertanto deciso di tesserare un altro vice Gabriel, e  la scelta è caduta sull’estremo difensore lombardo, chiuso in rossonero da Maignan, Mirante e Tatarusanu.

Ventidue anni da compiere il prossimo marzo, Plizzari vanta già una discreta esperienza in B, campionato in cui ha difeso i pali di Ternana, Livorno e Reggina.

Adesso  ha deciso di sposare per i prossimi sei mesi la causa del  Lecce, dove ritroverà mister Baroni dopo l’avventura  comune in riva allo Stretto  la  scorsa stagione.

 

ANTONINO RAGUSA: esterno offensivo classe 1990, arriva dall’Hellas Verona.

In queste ore il duo Corvino-Trinchera, dopo il via libera della Juventus, club proprietario del cartellino,  discute col Perugia del passaggio in Umbria di Marco Olivieri.

L’attaccante marchigiano, prelevato dicevamo  la scorsa estate dalla Juventus in prestito con obbligo di riscatto, nel Salento non ha inciso e per questo cercherà fortuna altrove,  quasi sicuramente  alle dipendenze di Massimiliano Alvini.

Contestualmente gli uomini mercato dei  giallorossi si sono mossi immediatamente per cercare un nuovo innesto offensivo   e il profilo individuato corrisponde al   siciliano ormai ex Hellas Verona, fuori dal progetto tecnico di Igor Tudor.

Esterno puro ma può essere impiegato  all’occorrenza  da trequartista o  seconda punta, , possiede una buona corsa ed è abile nel dribbling,  alla soglia dei  32 anni è pronto a rimettersi in gioco  andando ad ampliare la batteria di attaccanti a disposizione di mister Baroni.

 


 

 

 

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Lecce - Cremonese e Lecce - Vicenza viste da Mattia Antonio Ala

venerdì 28 gennaio 2022

I signori del doping. Il sistema sportivo corrotto contro Alex Schwazer di Alessandro Donati (Rizzoli)

 Perché distruggere uno degli atleti più promettenti che l'Italia abbia avuto negli ultimi anni e il suo eccellente allenatore? Lo si scopre leggendo questo libro importantissimo che affonda il colpo nel sistema sportivo internazionale.

«Donati, scienziato dell'allenamento, noto in tutto il mondo per le sue sensazionali e solitarie battaglie contro il doping»dalla Prefazione di Attilio Bolzoni

«Buonasera professore, oggi con i giornalisti si è parlato di un mio ritorno alle gare. Vorrei fare una cosa mai vista prima a livello di antidoping. E la prima persona che mi viene in mente è lei.» A scrivere questo messaggio, nel novembre 2014, è Alex Schwazer, già Oro olimpico nella 50km di marcia a Pechino 2008 e poi squalificato per doping poco prima di Londra 2012. Il destinatario è Alessandro Donati, uno dei migliori allenatori di atletica al mondo ma, ancor di più, simbolo internazionale (scomodo) della battaglia contro l'uso del doping. Lo stesso Donati che, nel 2012, aveva fatto partire la segnalazione in seguito alla quale Schwazer era stato squalificato.Inizia così quella che dovrebbe essere una storia positiva: un atleta che "si redime" e torna a praticare sport pulito, e un allenatore integerrimo. Ma non siamo in un mondo ideale. Al contrario, profondamente corrotto, dominato da istituzioni – federazioni sportive e organizzazioni nominalmente preposte all'antidoping – marce in tutti i loro gangli. Sono coloro che Donati definisce "i Signori del doping" perché, operando 
 

 

Rugby, Innocenti: "Aspettative sono tante, sarà un grande Sei Nazioni"

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Australian Open, Berrettini battuto 3-1, Nadal in finale - La Gazzetta dello Sport

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Egan Bernal: le prime parole di Bernal dalla clinica. E chiede di Pantani - La Gazzetta dello Sport

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Andrea Dovizioso: “Devo fare come Jorge Lorenzo quando arrivò in Ducati” - MotoGP - Moto.it

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Formula E: 2022 parte in Arabia, in pista anche Giovinazzi - F1 - ANSA

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F1, la Ferrari scalda i tifosi nel gelo di Fiorano. Primi giri del 2022 per Sainz e Leclerc - La Gazzetta dello Sport

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LBA - Gentile: "Impegno mai mancato, la nuova gestione ha in mente un progetto diverso"

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Bajrami, Spalletti vuole farlo con Andreazzoli

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Buffon: 'Dybala non lasci la Juve, io gioco fino a 50 anni. Italia, depressione e scommesse...' | Primapagina | Calciomercato.com

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Vlahovic-Juve, oggi le visite e la firma: diretta live - La Gazzetta dello Sport

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giovedì 27 gennaio 2022

Michael Jordan, la vita di Roland Lazenby con la traduzione di Giulio Di Martino (66thand2nd)

Nel marzo del 1982 un diciannovenne di Wilmington, North Carolina, segnò i due punti che regalarono il titolo nazionale ai Tar Heels. Inizia così la leggenda di Michael Jordan, destinato a trasformarsi di lì a poco in un'icona della cultura americana, capace di trascendere lo sport e abbattere le barriere etniche e generazionali. Il suo stile fu imitato da milioni di ragazzi che sognavano di essere "like Mike", come recitava uno spot del Gatorade, celebre quanto i video girati per la Nike con Spike Lee. Le sue acrobazie e il suo "sesto senso cinestetico" rivoluzionarono la Nba, che MJ disertò all'apice del successo in seguito all'omicidio del padre, per tornarvi dopo due anni e conquistare una serie di primati senza precedenti. Ma per quanto perfetta nelle sue epifanie sul campo, l'immagine di Jordan nascondeva delle zone d'ombra, la passione per il gioco d'azzardo, i contrasti in seno alla famiglia, che questa biografia esplora per tentare di ricomporre la doppia personalità del campione, dalla quale scaturiva quel feroce agonismo con cui soggiogava avversari e compagni di squadra. Di Michael Jordan, l'"arcangelo dei canestri", Roland Lazenby ci offre un ritratto completo, partendo dall'infanzia trascorsa con l'indomito bisnonno Dawson, contrabbandiere di whisky e zatteriere, per arrivare all'avventura deludente come manager, e soffermandosi sull'epopea dei Chicago Bulls, ovvero la cavalcata sportiva più avvincente di ogni tempo. 


 

Stelle nello Sport - Anno 23 - Puntata 18 del 27 Gennaio 2022

INTER, VISITE MEDICHE PER GOSENS | Il TG di StarCasinò Sport (ed. Mattino)

INTER PRONTI DUE COLPI! | Il TG di StarCasinò Sport (ed. Mattino)

Berrettini è in semifinale agli Australian Open: vinta una battaglia epi...

Balotelli e Joao Pedro in Nazionale: la lista dei 35 azzurri di Mancini

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Egan Bernal: le prime parole di Bernal dalla clinica. E chiede di Pantani - La Gazzetta dello Sport

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Calciomercato Milan – Centrocampo, può arrivare un rinforzo a sorpresa - Pianeta Milan

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Incredibile a Lecce, Meggiorini in lacrime dopo la lite con Majer: "Che c'entra mia mamma?"

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Inter: per il rinnovo di Perisic bivio a febbraio - La Gazzetta dello Sport

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Juvemania: Vlahovic mette Allegri con le spalle al muro! | Primapagina | Calciomercato.com

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mercoledì 26 gennaio 2022

Goals. 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili di Gianluca Vialli (Mondadori)

 Il libro inspirational di un grande campione dello sport.

«Voglio essere di ispirazione agli altri. Voglio che qualcuno mi guardi e mi dica: "È anche per merito tuo se non ho mai mollato"»

Gianluca Vialli, grande campione di Juventus e Sampdoria e poi allenatore di Chelsea e Watford, ha raccolto e raccontato 99 quotes e 99 storie sportive (l’ultima è autobiografica) che lo hanno ispirato e tuttora lo ispirano nella sua progressione di vita quotidiana. Ogni quote è strumento di meditazione e motivazione ed è collegato a ogni storia. Non è un’autobiografia e nemmeno un semplice libro di imprese sportive altrui. Il taglio motivazionale delle storie e l’abbinamento al quote iniziale ne fanno un originale manuale di ispirazione e meditazione. L’obiettivo del libro è quindi quello di condividere la morale e gli spunti che emergono dalle storie, nella speranza che possano essere utili nell’affrontare le proprie grandi e piccole sfide di tutti i giorni. Goals quindi va tradotto con ”obiettivi” e non semplicemente con il suo significato meramente sportivo. 

 


 

PRESENTAZIONE DI LECCE-VICENZA, MERCOLEDI’ 26 ORE 20.00. Intervento di Mattia Antonio Ala

Dopo due rinvii consecutivi causa Covid, finalmente nella giornata di domani si disputerà al Via del Mare Lecce-Vicenza, recupero della penultima giornata del girone d’andata

La partita, inizialmente prevista per il 20 dicembre, rinviata poi al 12 gennaio, e calendarizzata infine il 26 gennaio, metterà di fronte un Lecce sempre più proiettato verso le zone alte della classifica, in caso di successo potrebbe persino prendersi la vetta, e il Vicenza, fanalino di coda del campionato.

La squadra di  Brocchi ha portato a casa fino ad ora la miseria di otto punti, e rischia seriamente la retrocessione se le cose dovessero continuare in questo modo.

Spesso i biancorossi hanno offerto delle buone prestazioni, ma non sono riusciti a concretizzare un granché.

Una stagione, quella dei veneti,  assolutamente non in linea con le aspettative della società del patron Renzo Rosso, che comunque non ha lesinato ulteriori sforzi in questa sessione invernale di calciomercato per provare a salvarsi o perlomeno centrare la qualificazione ai playout.

Il direttore sportivo Federico Balzaretti ha infatti rimpolpato la rosa con elementi di qualità ed esperienza quali De Maio, Da Cruz, Jordan Lukaku solo per citarne alcuni.

Questo per dire che domani sera non sarà affatto una passeggiata per i giallorossi, e mister Baroni lo sa bene.

Il tecnico fiorentino vuole tenere alta la concentrazione, anzi   esorta i suoi a  pigiare il tasto sull’acceleratore.

Dunque testa al match, che finalmente dovrebbe giocarsi.

Fischio d’inizio allo stadio Via del Mare alle ore 20.00.

Arbitra il sig. Marco Guida della sezione di Torre Annunziata.

Il match sarà trasmesso in diretta su Sky, Dazn e sulla piattaforma online Helbiz Live.


 

Rugby: dalla A in giù ripresa non prima del 20 febbraio - Giornale di brescia

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Vlahovic alla Juventus: gol di Agnelli, autogol di Commisso. Il commento - La Gazzetta dello Sport

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Vlahovic alla Juventus: ricavi e impatto tecnico, perché è un affare - La Gazzetta dello Sport

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Juve, effetto Vlahovic su Dybala e Morata: tutti gli scenari

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martedì 25 gennaio 2022

La bella stagione Condividi di Gianluca Vialli e Roberto Mancini a cura di Domenico Baccalario (Mondadori)

Un libro che sa rendere, forse come mai finora, lo spirito profondo del calcio, l'emozione del campo, il clima dello spogliatoio, l'anima di una squadra, di uomini che trasformano il 4-4-2 da schema a somma.

«Una squadra di amici che ha consumato ossa, sudore, sangue e fatica per caricarsi sulle spalle, ognuno per quanto poteva, una missione, un'impresa: rendere possibile l'impossibile, sfidare e battere lo status quo, agitare le acque fino a scatenare uno tsunami.»

C'è qualcosa di speciale nella vittoria dello scudetto della Sampdoria del 1991, qualcosa che non si è spento e che anzi continua ad ardere di fiamma viva: l'amicizia. A distanza di trent'anni dalla Samp campione d'Italia, quei ragazzi talentuosi ma diversi sono ancora lì che si ritrovano a cena, si scambiano via chat informazioni e stupidaggini, alcuni lavorano insieme. Perché è stata quella meravigliosa stagione 1990-1991 a unirli per non dividerli più, quella con Paolo Mantovani alla presidenza e con Vujadin Bo&kov alla guida tecnica. Non è un caso che questo sia un libro collettivo. Tutti i calciatori di quella eroica rosa hanno scritto la loro parte, svuotando con entusiasmo ognuno il proprio cassetto dei ricordi e mettendo a disposizione della storia gioie e dolori, infortuni e colpi di classe, imprese in campo e vita privata. Chi ci ha messo il talento, chi l'allegria, chi la forza fisica, chi le proprie debolezze, chi la passione. E straordinario è, ancora una volta, il risultato. L'eccellenza sportiva fa da cornice meravigliosa a un quadro di relazioni fra calciatori amici
 

 

Egan Bernal, il comunicato della clinica: politraumi cervicali, al torace e agli arti inferiori, sarà fuori almeno 6 mesi (aggiornato) - SpazioCiclismo

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Super Jannik Sinner annichilisce l'idolo di casa De Minaur e vola ai quarti

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LIVE Sci alpino, Gigante Kronplatz 2022 in DIRETTA: Vlhova davanti a tutte. Bassino e Brignone in zona podio! Appuntamento alle 13.30 – OA Sport

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Juve-Fiorentina: oggi il contatto per Vlahovic | Primapagina | Calciomercato.com

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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL NUOVO ATTACCANTE DEL LECCE RAUL ASENCIO. Intervento di Mattia Antonio Ala

E’ stato presentato allo  stadio Via del Mare il nuovo acquisto  del Lecce Raul Asencio.

Lo spagnolo, giunto nel Salento a parametro zero, amplierà la batteria di attaccanti a disposizione di mister Baroni.

Di seguito le sue parole, dopo un' introduzione di Corvino:

PANTALEO CORVINO: "Spesso facciamo delle operazioni che possono essere considerate a rischio in quanto, da due mercati  e mezzo a questa parte, stiamo facendo un grande sforzo per tenere i conti in ordine. Sono tanti gli sforzi profusi dai soci ma non sono sufficienti. Stiamo vivendo una fase in cui il calcio non dà risorse ma le sottrae. Per un club non è semplice lavorare in queste condizioni. In questo campionato cadetto gli equilibri economici sono alterati dalla presenza di proprietà straniere che mettono mano al portafoglio senza badare ai bilanci. Noi invece puntiamo a dare maggior peso alle idee che al portafoglio. In questi anni pochissime volte abbiamo speso grandi cifre, se pensiamo che Strefezza lo abbiamo pagato 550 mila euro e con i soldi di Henderson abbiamo rifatto mezza squadra. Non possono sopperire a tutto i soci, che già fanno tanti sacrifici. Il monte ingaggi è stato ridotto, ma dobbiamo abbassarlo ancora. Detto questo spesso sono necessarie alcune operazioni rischiose, ma parliamo di un rischio calcolato. Asencio? Lo abbiamo cercato anche lo scorso anno, ma lui disse che si sentiva titolare e con Coda era difficile, quest'anno invece si è voluto mettere in discussione. Ha tanto entusiasmo e abbiamo completato l'operazione prima di Natale. Per lui deve essere un anno nuovo totalmente. Viene da una situazione particolare, ha avuto il Covid per un periodo piuttosto lungo. Per questo ha bisogno di ricondizionarsi, seguirà un programma ad hoc e poi si metterà a disposizione della squadra. I nostri big? Ci hanno chiesto in molti i nostri big, e non mi riferisco solo a Gendrey e Strefezza. Non abbiamo però intenzione di sederci ad  un tavolo con nessuno, resteremo così fino al termine della stagione. Mercato? Il direttore Trinchera ha detto che il nostro mercato è chiuso, ma se dovesse essere necessario intervenire ulteriormente, anche alla luce di alcuni infortuni, non ci tireremo indietro".

 

RAUL ASENCIO: "Ero già stato chiamato in passato, dunque ho percepito il grande interesse nei miei confronti. A Natale mi ha chiamato poi Trinchera, e ho accettato. E' stata una grande occasione per me e ho deciso di coglierla al volo. Strefezza? Non mi sorprende l'esplosione di frequenza, conosco le qualità di Gabriel, così come Coda. Da giocatori del genere puoi aspettarti qualsiasi cosa. La squadra mi ha fatto una buona impressione, Sono stato accolto benissimo fin dalla prima cena in ritiro, sembrava che fossi qui da anni. I ragazzi sono di grande spessore umano oltre che calcistico. So la voglia che ha il Lecce di raggiungere obiettivi, in un campionato dove tante squadre hanno costruito una rosa per salire subito. Cosa voglio dimostrare? Ho quasi 24 anni, in queste stagioni sono cresciuto tanto. Certo avrei potuto fare di più. Ora però posso dimostrare il mio valore, dopo tanti prestiti sono finalmente di proprietà. Rodriguez? Conoscevo Pablo, prima di venire ho parlato con lui e mi ha detto solo cose positive della squadra. Numero di maglia? Ho scelto il 90".

 

In seguito ha ripreso la parola Pantaleo Corvino: "Ho detto ai ragazzi che che queste partite avrebbero potuto farci capire se potevamo sognare o meno. A Roma in Coppa siamo andati vicini a toccare il Papa. L'altro obiettivo era finire il girone di andata in testa, ci siamo misurati con una squadra di talenti come la Cremonese. Questo gruppo ci sta dando tante soddisfazioni. In tanti campionati di B disputati non ricordo di aver avuto una squadra con due sole sconfitte incassate alla fine del girone d'andata. A differenza di tante squadre, anche coloro che hanno speso tanto, i nostri tifosi in questo campionato hanno sempre visto il sole. Intanto ce lo godiamo, poi mi aspetto anche la pioggia. Quando arriverà farà sfogare i leoni da tastiera, perché a loro piace così. Noi ci divertiamo a leggerli, non hanno altro da fare. Primavera? E' arrivato Johannsson che da qualità alla rosa. Credo che la squadra al di là delle difficoltà da neopromossa stia facendo bene. Non dimentichiamo che abbiamo tanti infortuni e casi di Covid. Vogliamo fare bene, questi ragazzi rispecchiano società e tifosi. In totale per gli stipendi della Primavera spendiamo 471 mila euro, a differenza di altri club. Il nostro progetto, le nostre linee guida non cambiano. In Italia la qualità non te la regala nessuno, per cui  devo andare a trovarla all'estero. Operazioni come quella dell'islandese sono in linea con il nostro programma".

 

Infine due parole anche per il direttore sportivo Stefano Trinchera: “Calabresi in estate ha scelto Lecce con grande entusiasmo. Voleva essere protagonista, poi è esploso Gendrey. Ha attraversato una fase in cui si sentiva un leone in gabbia, e ha anche pensato di misurarsi da qualche altra parte. Noi però non vogliamo cederlo e il ragazzo si trova bene in giallorosso. Riguardo le cessioni per ora non si muove nulla, il mercato di solito si evolve negli ultimi giorni. Io e il direttore andremo a Milano e poi vedremo cosa fare”.

 


 

 

 

lunedì 24 gennaio 2022

Forza gentile. La mia vita, il mio calcio di Andrij Shevchenko e Alessandro Alciato (Baldini & Castoldi)

Old Trafford, Manchester, 28 maggio 2003. Lo sguardo rivolto più volte verso l'arbitro, rincorsa lunga e gol. Il rigore decisivo contro la Juventus, in una finale di Champions League tutta italiana. Questo è il ricordo indelebile che Andriy Shevchenko, Pallone d'oro nel 2004, ha lasciato nei tifosi del Milan. Già da bambino sentiva che il suo destino sarebbe sta- to quello del calciatore, fin da quel marzo 1986, quando fu selezionato per entrare nei piccoli della Dynamo: il tempo di qualche allenamento poi saltò in aria il reattore numero 4 nella centrale nucleare di Chernobyl. Non è stato un ambiente facile, quello della sua adolescenza. Degli amici con cui è cresciuto ne sono rimasti vivi pochi. Droga, alcol, armi: ecco i loro killer. Lo sport e la sua famiglia, sempre presente, gli hanno indicato la via. La svolta vera, il 5 novembre 1997, a 21 anni: una tripletta entrata nella storia, contro il Barcellona al Camp Nou. Risultato delle cure del Colonnello, Valerij Lobanovskij, che ne ha sgrezzato il talento puro prima dell'arrivo al Milan. Quando si è trasferito al Chelsea, Berlusconi gli ha detto: «Ti lascio andare per la tua felicità. Però sai anche che, tutti noi, vogliamo che tu resti. Il Milan è casa tua». Ha avuto quattro enormi amori calcistici: la Dynamo Kyiv, il Milan, il Chelsea e la Nazionale ucraina. La sua è sempre stata una forza gentile, come suggerisce Giorgio Armani nella postfazione. 


 

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Biathlon, ad Anterselva “Il ritorno della Regina” Dorothea Wierer. In crisi Lisa Vittozzi, da astro nascente a meteora? – OA Sport

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LECCE-CREMONESE, I COMMENTI DEL POST PARTITA. Intevrento di Mattia Antonio Ala

MARCO BARONI ( ALLENATORE DEL LECCE): “Non ci dobbiamo mai accontentare, dobbiamo sempre spingere. Mi è piaciuta la gara contro un avversario tosto nonostante le assenze. Oggi non potevamo sbagliarla e la prestazione mi è piaciuta. Il primo tempo è stato anche condizionato dal vento. Ho atteso a fare i cambi, ho pednsto anche di mettermi a due punte ma non ho voluto stravolgere la formazione. I cambi sono entrati bene. Sono contento di Coda, ha fatto tutta la gara senza alcun problema fisico. Prima venivo accusato di aspettare, ora ci vogliono giocatori pronti. La Cremonese non perdeva da dieci partite, sono contento. Dobbiamo andare in campo sempre per vincere. Le concorrenti? Dobbiamo pensare solo al nostro cammino. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il come, solo così si cresce”.

 

TONY GALLO (TERZINO DEL LECCE): “Ogni gara ha la sua storia. Ho avuto campo e ho trovato giocate che mi hanno permesso di segnare. L’importante è aver vinto, e dobbiamo continuare così. Da domani si pensa al Vicenza. Esultanza? La mia ragazza ( Stephanie Giacomazzi, figlia dello storico  capitano del Lecce Guillermo) è incinta. All’inizio non volevo dirlo, ma poi ho pensato di rendere pubblica la cosa dopo un mio gol”.

 

FABIO PECCHIA (ALLENATORE DELLA CREMONESE): “La sconfitta brucia, questo è logico. La nostra prestazione è stata buona. In questo momento la rabbia è tanta, usciamo da questa partita con una marcia in più. Okoli? Il suo pianto è una reazione naturale, ma ha giocato bene”.

 


 

Il LECCE REGOLA LA CREMONESE NEL FINALE: AL VIA DEL MARE FINISCE 2-1. Intervento di Mattia Antonio Ala

Il Lecce di Baroni regola la Cremonese nel finale: al Via del Mare finisce 2-1

Antonino Gallo e un’ autorete di Okoli regalano tre punti vitali ai salentini.

Di seguito la sintesi del match:

PRIMO TEMPO. Prima del fischio d’inizio le formazioni  osservano un minuto di silenzio in memoria di Gianni Di Marzio, ex allenatore del Lecce venuto a mancare nella giornata di ieri.

Giallorossi in campo  con  la maglia celebrativa del Collare d’Oro, la più alta onorificenza sportiva conferita dal Coni al club di via Colonnello Costadura a ottobre.

Subito pressing altissimo da parte della Cremonese, che

Dopo sessanta secondi prova ad impensierire Gabriel con una botta dalla distanza, palla fuori.

Al minuto 3 nuovamente i lombardi provano a pungere i ragazzi di Baroni con una punizione di Baez, sfera che accarezza la traversa e si spegne sul fondo.

Al minuto 15 i salentini passano in vantaggio: azione personale di Gallo, il terzino sinistro mette scompiglio in area ospite, e dopo aver dribblato due difensori avversrai, si porta il pallone sul destro e fulmina Carnesecchi all’angolino opposto.

Primo gol del giocatore di Palermo tra i professionisti.

Nemmeno il tempo di esultare che i grigiorossi pareggiano: suggerimento di Fagioli dal limite dell’area per Ciofani, e l’ex Frosinone di testa batte Gabriel.

Al minuto 34 opportunità per i padroni di casa: traversone di Gallo in mezzo, arriva Majer a rimorchio, ma lo sloveno al volo di prima intenzione non crea alcun problema a Carnesecchi.

Poco dopo ci prova anche Coda ma invano.

Non succede altro, si va al riposo col risultato di 1-1.

 

SECONDO TEMPO.

Al minuto 61 ci prova il Lecce: sugli sviluppi di una punizione calciata da Majer, Dermaku di testa non inquadra lo specchio della porta.

Al minuto 68 timide proteste dei giallorossi per un presunto tocco con la mano in area di Valeri, ma il direttore di gara Chiffi fa proseguire.

Tra il minuto 81 e il minuto 83 doppia occasione per i ragazzi di Baroni con Listkowski e Dermaku, ma la marcatura non arriva.

Ma è solo questione di tempo, perché nei minuti di recupero arriva il gol che sancisce la vittoria dei padroni di casa: cross dalla sinistra di Gallo, Okoli prova ad anticipare Dermaku ma sfortunatamente devia il pallone  nella propria porta.

Esplode di gioia il Via del Mare.

Non succede altro, finisce qui.

Sicuramente non il miglior Lecce della stagione agguanta tre punti vitali in uno scontro diretto e si proietta a quota 37 punti.

Se dovesse arrivare il successo anche il prossimo mercoledì contro il Vicenza, i giallorossi potrebbero persino raggiungere la vetta del campionato.

Come andrà a finire? Staremo a vedere…