Il numero uno del club di via Colonnello Costadura è stato interpellato dall’emittente di Viale Mazzini sulla crisi del nostro sistema calcio , e ha proposto delle soluzioni per superarla.
A detta di Sticchi, in Italia occorrerebbe puntare su un modello volto a valorizzare i giovani e i centri sportivi preposti a farli crescere, anche con provvedimenti legislativi ad hoc.
Infine l’avvocato leccese, al timone dei giallorossi dal 2015, ha parlato della politica adottata dal suo club riguardo il Settore Giovanile, che grazie al lavoro di Pantaleo Corvino e Gennaro Delvecchio, ha intrapreso un percorso di crescita costante.
Ricordiamo infatti, che la Primavera allenata da Vito Grieco, tornata in Primavera 1 la scorsa estate dopo diversi anni, forse prematuramente rispetto a quanto preventivato dalla società, sta disputando un campionato più che dignitoso giocando senza alcun timore reverenziale contro formazioni ben più blasonate, e ha ottime possibilità di raggiungere la salvezza.
Pantaleo Corvino, pur avendo a disposizione un budget risicato(la Serie B, categoria della prima squadra, non consente tanti introiti, e di conseguenza, interventi massicci anche sui giovani) , ha allestito una rosa che, a prescindere da quello che sarà l’esito finale della stagione, sta dando filo da torcere alle “grandi” del nostro calcio.
Gennaro Delvecchio ha fatto poi il resto, con un importante lavoro di “scouting” su territorio pugliese per individuare potenziali talenti.
Per non parlare poi, della qualificazione ai playoff centrata dall’U16 di mister Mazzeo e dall’U17 di mister Schipa(costituite per la maggior parte da ragazzi del territorio).
Di seguito le sue dichiarazioni: “Bisogna cercare di alzare la qualità, aggiungendo ai talenti che il territorio esprime, altri talenti presi da fuori, a volte facendo delle scommesse complicate in quanto vengono, nel nostro caso, da campionati minori e paesi sconosciuti, per accrescere il tasso tecnico della squadra Primavera.
Se un giovane ha talento alla fine riesce a ritagliarsi il suo spazio. Forse più che spingere a tutti i costi su una politica di valorizzazione dei giocatori italiani, anche quando non hanno il talento per essere valorizzati, io andrei a monte e cercherei di spingere più su strutture e centri sportivi. E’ necessario, inoltre, preparare tecnici capaci di tirare fuori il talento da questi ragazzi.
Anche prima del Covid il sistema calcio si basava sull’indebitamento, senza che ci fosse in questo caso nessuna giustificazione esterna. Le società non solo devono rischiare su giovani, ma deve esserci una regola precisa che costringa loro a farlo altrimenti, conoscendo il livello di competitività in Italia, dove tutti vogliono vincere, se c’è la strada per rischiare il meno possibile e far giocare i giovani si prende sempre quella. Ecco perché va imposta come regola”.
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