Il terzino del Lecce Arturo Calabresi ha rilasciato un’intervista alla “Gazzetta dello Sport”.
Il classe 1996 nella prima parte di stagione non ha trovato molto spazio, chiuso da Gendrey.
Tuttavia non ha mai fatto mancare il suo apporto alla squadra sia dentro che fuori dal rettangolo verde.
Professionale, misurato, mai sopra le righe, insomma un atteggiamento esemplare.
Durante la sessione invernale di calciomercato si è vociferato di un suo possibile trasferimento al Brescia per giocare con continuità.
Il club salentino, però, ha deciso di non privarsi dell’ex Amiens, ritenendolo un elemento di grande spessore tecnico( può infatti disimpegnarsi egregiamente sia sulle corsie laterali che al centro della difesa) ma soprattutto morale.
Aspetto che mister Baroni ha spesso sottolineato durante le varie conferenze stampa.
Un attestato di stima importante per il calciatore romano, che si è tradotto nella seconda parte di stagione in un minutaggio maggiore.
Non solo, il trainer toscano ha voluto premiare la caparbietà e l’impegno del ragazzo facendogli indossare la fascia di capitano durante il match casalingo contro l’Ascoli(Fabio Lucioni, il capitano giallorosso designato, era assente in quell’occasione).
Di seguito le sue parole: “Di Inzaghi ho una grande stima e bei ricordi. Sono molto legato a quel periodo e al mister, a cui devo tanto. Jolly? Non so se e dove mi vorrà utilizzare Baroni. E’ maniacale nella preparazione delle partite e ciò ci agevola nelle situazioni in campo. Mi gratifica il fatto di essere utile in più ruoli. Condizione fisica? Sto bene, dopo un periodo di 7 gare in 21 giorni non manca qualche acciacco, ma si tratta di cose gestibili. Contatti col Brescia a gennaio? Si è vero, c’è stato qualche contatto con il Brescia, ma la società sapeva del mio desiderio di ritagliarmi un posto qui. Ho avvertito anche la loro voglia di puntare su di me e di dare continuità a quello che avevamo iniziato. Addio? Non ho mai chiesto di giocare di più, né di fare il titolare né spiegazioni al mister. Ho sempre avuto rispetto delle scelte di Baroni e di chi giocava al mio posto”.
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