“Si parla sempre di grandi risultati e mai si ricorda che abbiamo i migliori tecnici al mondo”, ha osservato Giovanni Petrucci. “Se un atleta è bravo, certamente il tecnico è bravissimo. Oggi ripetiamo quanto fatto anni fa con Sacchi, Messina e Rudic mettendo a confronto le diverse competenze in un anno che precede i Giochi Olimpici”, ha spiegato il Presidente della FIP.
“Riscopriamo i valori della maglia azzurra e promuoviamoli a livello scolastico. L’obiettivo non è vincere, ma convincere, perché anche la sconfitta svolge la sua funzione”, ha osservato Andrea Abodi. “La supremazia dei valori, con la V maiuscola, deve precedere i risultati, perché rende orgoglioso il nostro mondo. Si vince così la battaglia quotidiana dell’avviamento allo sport, del consolidamento dell’attività motoria nella scuola. Se a volte l’obiettivo è la supremazia sportiva, per quanto mi riguarda il traguardo quotidiano è la supremazia dei valori”, ha aggiunto il Ministro per lo Sport e i Giovani.
Tanti i temi affrontati, tra cui la difficoltà di gestire al meglio il ricambio generazionale, come ha sottolineato Roberto Mancini: “In Italia dobbiamo iniziare a pensare che i ragazzi di 18-19 anni possono giocare ai massimi livelli. Bisogna dar loro fiducia anziché andare a cercare giocatori all’estero. Oggi per me e il mio staff è diventata faticosa l’operazione di selezione. In Under 21 la maggior parte dei calciatori non sono titolari nelle prime squadre. I giovani sono il nostro futuro. Non è un percorso semplice ma la nostra mentalità di base va cambiata", ha spiegato il CT della Nazionale di calcio.
Gli ha fatto eco Ferdinando De Giorgi: “I commissari tecnici e i loro staff devono creare opportunità e un ambiente di crescita per consentire ai giovani di esprimere le loro capacità e il loro talento. I ragazzi hanno una forza incredibile. Quando si crea intorno a loro la situazione giusta e si danno loro responsabilità e valori, tutto il percorso ne trae giovamento”, ha dichiarato il CT della Nazionale maschile di pallavolo campione del mondo.
“I diciottenni vanno considerati a tutti gli effetti degli sportivi idonei per il nostro sistema - ha dichiarato Gianmarco Pozzecco, CT dell'Italia del basket -. La Nazionale deve essere una famiglia. I ragazzi di oggi sono molto più professionali rispetto ai nostri tempi. Tutto questo secondo me li porta a vivere il loro cammino meno serenamente”.
Si è allineato alle posizioni dei colleghi anche Alessandro Campagna: “Per un commissario tecnico è indispensabile avere lo sguardo verso il futuro per cercare di capire quali potrebbero essere i prossimi campioni olimpici. Quando si inseriscono i giovani in squadra non si sa mai in quanto tempo si otterranno dei risultati: l’importante è farli sentire parte di un grande percorso vincente”, ha concluso il CT del Settebello.
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