Pantaleo Corvino, Responsabile dell’Area Tecnica del Lecce, a margine della conferenza stampa di presentazione di Federico Di Francesco, di cui abbiamo riferito nell’articolo immediatamente precedente, ha risposto alle domande poste dai giornalisti presenti, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe
Di seguito le sue parole: “Calabresi? Sarebbe più semplice rispondere in maniera semplicistica, ma è una domanda che coinvolge tanti aspetti. Mi potrei limitare rispondendo che tutto ci potete rimproverare fuorché la coerenza. Io e Stefano abbiamo detto da tempo di avere le idee chiare e di sapere con chi andare avanti e con chi separarci. Ci possono essere convinzioni tecniche dei direttori o del mister, che possono essere non condivisibili. Noi, però, portiamo avanti queste idee e le esterniamo ai diretti interessati, spiegando i motivi che ci portano ad assumere una decisione piuttosto che un’altra. Finito il campionato, abbiamo fatto un’analisi della rosa con il mister, e abbiamo condiviso questa decisione, su Calabresi e non solo. Queste convinzioni sono frutto di nostre competenze ed esperienze.
Ne approfitto ora per fare un’altra analisi.
Spesso, quando arrivano certi calciatori si dice: “ma chi sono? Calabresi ha giocato poco a Bologna e ha sempre cambiato club. Con questa squadra dove andiamo? Questi nuovi non sono all’altezza dei vecchi” e così via.
Questi sono i criticoni disfattisti, o tifosi di altri club, o rosiconi. Non mi rivolgo a quelli, parlo ai nostri veri tifosi. I nostri veri tifosi ci sostengono sempre, dall’inizio alla fine della partita, per poi, eventualmente, fischiare a fine partita se la prestazione non è stata all’altezza. Noi a questi tifosi parliamo, non ai disfattisti e ai rosiconi che sui social si uniscono in partiti.
Le lamentele ci sono ovunque, a Bologna, Firenze, Milano. Partiamo facendo questa premessa. Se faccio un excursus ricordo come siamo partiti, dal Pordenone in B (settembre 2020). Ricordo che allo stadio c’era il presidente con la moglie, io, mia figlia e quattro dirigenti. Così siamo partiti, senza rumore. Dopodomani ritorniamo al Via del Mare dopo due anni, e questa volta ci sarà rumore, e che rumore dal momento che ci saranno 30 mila spettatori. Dopo due anni dal nulla siamo arrivati a fare rumore. Questo è il figlio del lavoro che è stato fatto in questi due anni, del percorso che è stato portato avanti in questi due anni. Come dico sempre, gli obiettivi sono importanti, ma lo sono ancora di più i percorsi.
Quando sono arrivato sono stato accusato di vendere Petriccione e sostituirlo con sconosciuti, di aver cambiato allenatore dopo il mancato raggiungimento della A. Quell’anno la rosa c’era, a quattro giornate dalla fine eravamo a cinque punti di vantaggio dalla Salernitana. Se succede questo, forse non è colpa della rosa…la prima stagione è successo questo.
Poi siamo ripartiti con la nuova stagione, e ci è stata contestata la cessione di Meccariello.
Inoltre, siamo stati criticati per aver trattenuto i “raccomandati” Gabriel, Lucioni e Coda. Alla fine abbiamo vinto il campionato e siamo stati promossi in A.
Calabresi non scaldava la piazza quando è arrivato. Ora sui social nascono i partiti dei giocatori, questa cosa avrei dovuto capirla dall’inizio. Ricordo per esempio le lacrime per la cessione di calciatori che oggi giocano in Lega Pro. All’epoca ero ritenuto un incapace per averli venduti solo ad un milione e mezzo. Oggi sento lamentele per le cessioni di Coda, Lucioni, Gabriel. Ma non erano raccomandati?
Quando sono tornato ho trovato poche risorse tecniche. Oggi torniamo in Serie A, e con molto coraggio abbiamo deciso di puntare su due terzini classe 2000 come Gendrey e Gallo. Loro sono giovani, non hanno ancora dimostrato di essere da A o meno, e noi crediamo che hanno tutte le potenzialità per farlo. Invece, i calciatori su cui non abbiamo puntato, evidentemente hanno già avuto dei trascorsi nella massima serie, dimostrando di fare fatica. Abbiamo avuto l’onesta di dirlo ai diretti interessati.
Noi non siamo interessati al consenso dei social. Io a Firenze i primi due anni ho fatto 60 punti, esattamente i punti che la squadra di Italiano ha conquistato la scorsa stagione. Ora sembrano tantissimi. Per carità, è giusto valorizzare l’ottimo lavoro che è stato fatto. Quando c’ero io, invece, sembravano pochi. Il terzo anno alla Fiorentina eravamo a soli quattro punti dalla Champions con un attacco formato dal cholito Simeone, Muriel, Vlahovic e Chiesa. Il partito dei social mi criticava perché avevamo Thereau, il quinto attaccante, non ritenuto all’altezza. Ormai è così dappertutto.
Siamo stati coerenti, abbiamo deciso di puntare su due terzini giovani come Gallo e Gendrey, rimpolpando il reparto con Frabotta, un altro giovane. A Lecce non possono venire qualità conclamate, dobbiamo rischiare sulle potenzialità, sperando che poi esplodano e diventino qualità conclamate.
I soldi li abbiamo, senza non si può far nulla. Con molta onesta, però, dobbiamo dire che, in Serie A, siamo gli ultimi dei club con i soldi. I difensori? Se avessi voluto far indebitare la mia società ne avrei presi tre, quattro, cinque...
Invece no, non stiamo agendo in questo modo. Dobbiamo trovare soluzioni equilibrate e avere pazienza. Dobbiamo essere anche capaci di resistere. In mezzo al campo siamo partiti per dare fiducia a Hjulmand, Helgason e Gonzalez.
Sappiamo che ci servono i centrali, ma non stiamo sotto l’ombrellone. Se non li abbiamo ancora presi, evidentemente, ci saranno dei motivi.
Le soluzioni valide, comunque le abbiamo prese. Sembra che siano arrivati solo scappati di casa.
Il partito dei disfattisti è, però, sempre in azione, pronto a criticare.
Se torno indietro ricordo cosa si diceva quando presi Lucarelli: “nu mbale, non gioca da due anni, mangia le purpette, li pasticciotti”…
Dopo due anni fa 31 gol e lo rivendo a 18 milioni.
Ancora sento: “e ora si sta presentando con questo tappo”, riferito a Chevanton.
Finito il mercato, me ne scappai a San Paolo per non sentire queste critiche.
Andiamo avanti, queste non furono le uniche critiche dei rosiconi.
Venduto Bojinoov, venduto a 20 milioni, fui criticato per Vucinic del settore giovanile, a sua volta venduto per altri 20 milioni.
Parlo ai nostri tifosi dicendo che ci sforziamo per fare sempre il meglio.
Voi giornalisti siete criticati perché non rivolgete domande scomode? Avete lottato con noi fino all’ultima giornata. Evidentemente avete visto più cose buone che meno buone. Fermo restando che possiamo sbagliare anche noi”
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