Davanti ai giornalisti l’avvocato leccese ha rimarcato gli sforzi profusi dalla proprietà e, numeri alla mano, il buon lavoro svolto da Corvino, Trinchera e mister Baroni.
Smentite, inoltre, ipotesi di cambiamenti all’interno della compagine societaria.
Nelle scorse ore infatti, sono emerse alcune voci che volevano Renè De Picciotto, imprenditore italo-svizzero, azionista di maggioranza del club, prossimo all’addio.
Di seguito le sue dichiarazioni: “Ho voluto tenere direttamente io la conferenza in questo periodo frequente di partite perché da un po’ di mesi non c’è stata l’opportunità di parlare della squadra e della stagione nella sua globalità. Giunti a questo punto del campionato credo che non stia passando fino in fondo un aspetto: a mio avviso la vera sorpresa di questo campionato è il Lecce. Vedo sempre più spesso che gli allenatori della squadre avversarie cercano di far passare il messaggio che noi siamo i più forti. Non è così, è una mistificazione della realtà. Il Lecce è la più grande sorpresa, sta lanciando tanti giovani talenti in un torneo durissimo.
Sabato col Brescia a centrocampo c’erano Hjulmand, Helgason e Bjorkengren, in avanti il 2001 Rodriguez, in porta Plizzari, classe 2000. Dire che siamo obbligati a vincere significa non dare valore al lavoro svolto fino ad ora. Corvino e Trinchera hanno rischiato con profili sconosciuti e Baroni li ha resi pronti per un campionato più duro del solito. Basti vedere chi ha potuto inserire il Monza per comprendere il livello delle partite. La verità è che stiamo proponendo tantissime incognite e se finisse oggi la stagione saremmo in A direttamente. Si rischia così di non apprezzare il lavoro della società, dell’area tecnica, del mister e del suo staff. Oggi diamo tutti per scontato che Strefezza sia straordinario, ma prima di vestire la maglia giallorossa aveva segnato al massimo 4 reti. Quando è arrivato un sacco di gente diceva che non segnava. Noi abbiamo rischiato ed è merito anche dell’allenatore che lo ha plasmato nel 4-3-3.
A gennaio tanti club di A volevano i nostri gioielli, ma abbiamo deciso di trattenerli perché vogliamo giocarci la promozione. Se dovesse arrivare il salto di categoria sarebbe un capolavoro ed una boccata d’ossigeno per la società. In 7 anni di gestione abbiamo avuto solo un bilancio in attivo, quello in A, mentre tutti gli altri anni era solo in perdita. Sarebbe poi anche un coronamento di un sogno per una terra che mai mi sarei aspettato così vicina in un momento complicato per il calcio italiano. Gli stadi in B sono vuoti, il nostro no. A Lecce siamo circondati da un affetto incredibile, alcune gare sono improponibili per date e orari. La nostra gente va oltre la crisi e il calendario.
Ogni volta che andiamo in trasferta i biglietti sono polverizzati in cinque minuti. Questo campionato ha 6 squadre in 5 punti, ma ciò non può intaccare il fatto che il Lecce è la vera sorpresa della stagione e che è stato fatto un lavoro straordinario. I dati parlano chiaro, siamo in zona promozione diretta col miglior attacco, la seconda miglior difesa, il capocannoniere e il vice cannoniere. Tutto questo con una rosa al 95% di nostra proprietà. Questo abbiamo costruito e qualsiasi cosa accadrà sarà stata una stagione importante.
Calciomercato invernale? E’ un mercato di riparazione e aver preso Strefezza e Coda a luglio è un merito. Abbiamo fatto una difficile opera di sfoltimento della rosa. Una serie di calciatori erano fuori progetto e abbiamo puntellato la rosa con elementi che non avevamo. Era impossibile prendere un calciatore come Coda perché non sarebbe venuto e non avrebbe avuto senso. Asencio è stata un’opportunità ed un rischio calcolato. Le scelte principali l’area tecnica le aveva già fatte in estate. Prima dell’infortunio Faragò ha partecipato a gare in cui avevamo fatto punti. Simic fa parte di una batteria di centrali importante. Asencio lo abbiamo preso definitivo e la speranza è di costruirci in casa un talento. Lui era un predestinato, se dovessimo riuscirci sarebbe una gran cosa. Faragò e Simic hanno dei trascorsi in A.
Introiti stadi? L’aspetto economico ne risente fortemente. Rispetto all’ultimo anno di B abbiamo avuto un calo del 40% degli introiti. In un periodo di Covid siamo comunque gli unici a scrivere numeri importanti rispetto a tanti club di A e B. Credo che manterremo questa formula del prezzo simbolo per donne e bambini. Si percepisce che la squadra con lo stadio gremito dà un qualcosa di più. Mi auguro di avere lo stadio pieno fino alla fine grazie a queste promozioni per le categorie sopra citate.
Società? Sette anni alla guida del Lecce ti arricchiscono tanto a livello umano. I tifosi hanno arricchito il patrimonio delle mie emozioni. Per me sono anni faticosi perché non faccio il presidente a tempo pieno, la mia ttività professionale mi concede il lusso di sostenere questa passione. Gestire le due cose insieme è molto faticoso ma lo faccio nutrendomi di entusiasmo. La compagine societaria sta bene, ha sofferto i due anni di calcio in tempi di Covid. La società è costituita da tre blocchi: De Picciotto ha il 39%, io il 31%, ed il restante 30% è da suddividere tra Liguori, Adamo e la famiglia Carofalo. Qualora qualcuno si dovesse stancare, cambieremmo un solo blocco. De Picciotto è venuto a vedere tutte le ultime partite tranne l’ultima in quanto si trovava negli Stati Uniti. Ognuno di noi finanzia il club esattamente in proporzione alle quote di cui è titolare. Abbiamo trascinato in B contratti dalla A che sono molto dolorosi. Noi contribuiamo tuttora a contratti di calciatori che non sono più qui. Il prossimo sarà l’anno zero, questi contratti scadranno e Corvino e Trinchera avranno la possibilità di lavorare su contratti voluti da loro. Sul mercato, purtroppo, ci siamo dovuti creare delle risorse, ma per fortuna questo periodo finirà a giugno.
Trattenere i big in caso di mancata promozione? Dipenderà molto dalla categoria. sapete come oggi al giorno d’oggi la volontà dei calciatori conti di più. Questo gruppo è però coinvolto, già a gennaio molti potevano andare via ma nessuno aveva voglia di lasciare Lecce. Tutti sono convinti di potercela fare.
Supporto? Incontrare i Lecce club fuori casa ci fa grande piacere, noi prestiamo attenzione a tutte le richieste. L’iniziativa dell’altro giorno( la consegna delle maglie ad alcuni tifosi disabili) non era programmata, è stata una cosa del tutto estemporanea fatta da me ma anche a nome dei soci. E’ stato un momento bello, ho visto che la loro sistemazione nel settore è davvero dignitosa, sono comodi e si possono godere uno spettacolo bellissimo.
Territorio? Noi cerchiamo di crescere con i nostri strumenti, uno su tutti il lavoro. Il nostro territorio non ha nulla da imparare, sappiamo essere provinciali ma anche internazionali. Spero che il club dimostri di essere al passo con l’apertura mentale del nostro territorio.
Primavera? Ci sono tre società nel campionato Primavera 1 che non appartengono alla Serie A. Tra queste c’è il Lecce. Le squadre di B che giocano nella massima serie giovanile non hanno contributi economici, si tratta di una sfida impari. Il Lecce si sta giocando le possibilità di salvarsi con Napoli, Verona ed Empoli. Stiamo provando a fare un miracolo senza precedenti. Oggi giochiamo con il Sassuolo che investe cifre importantissime. Abbiamo poi strappato quattro punti all’Atalanta che lo scorso anno si è giocata la finale del campionato”.
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