Oggi Domenica 6 febbraio, è annunciato uno sciopero sul territorio nazionale dei gestori delle piscine, allo scopo di sollecitare il Governo italiano a dare risposte concrete ad un settore in profonda crisi economica e, in molti casi, a rischio di fallimento. Anche il CSI prende posizione.
Roma - 4 febbraio
2022. “Così si chiude! Non possiamo andare più avanti, con queste tariffe insostenibili”.
Le grida d’allarme arrivano dalle società sportive e da diversi comitati
territoriali del CSI e riguarda l’aumento, nel primo mese del 2022, delle
bollette del gas e dell’energia elettrica negli impianti sportivi ed in
particolare nelle piscine. Un coro unanime da Verbania a Bari, da Modena a
Genova, da Roma a Milano; ad ogni latitudine della penisola. Il caro bollette,
con aumenti oltre il 50%, interessa praticamente tutti: privati, associazioni,
aziende e istituzioni. Se non è un altro lockdown, poco ci manca sottolineano
da Via della Conciliazione, sede storica della Presidenza Nazionale del Centro
Sportivo Italiano. Le piscine, dopo i tanti mesi complicati di chiusure e
restrizioni dovute al Covid, soffrono particolarmente, ma i rincari colpiscono
in generale tutto il sistema dell’impiantistica sportiva.
«Serve urgentemente un tavolo di regia con le
istituzioni - afferma sul tema il presidente del CSI, Vittorio Bosio – e
sollecitiamo il Governo ad assumere al più presto provvedimenti concreti, onde
evitare l’inevitabile chiusura di tanti poli natatori in Italia. Siamo molto
vicini al mondo delle società sportive; negli ultimi due anni, il mondo dello
sport italiano è stato tra i settori più fortemente colpiti dalle comprensibili
restrizioni conseguenti alla pandemia; a fronte di questo, non sempre l’azione
del Governo è stata concretamente incisiva per la vita delle associazioni e
società sportive dilettantistiche, ma anche degli stessi Enti di Promozione
Sportiva, spesso con ristori economici che non tenevano in conto delle
importanti e proporzionali differenze tra le varie realtà sportive, creando
evidenti sperequazioni nella distribuzione dei sostegni pubblici. Di questa
situazione –prosegue il Presidente del CSI - ne hanno sofferto in particolare
gli impianti natatori, rimasti completamente chiusi per oltre 10 mesi e
riaperti a capienza comprensibilmente ridotta, ai quali ora stanno arrivando le
prime bollette “pazze”, con rincari di luce e gas, di cui questi impianti sono
grossi utilizzatori per la loro stessa natura, tali da rendere assolutamente
insostenibile la situazione. Sono così a rischio di chiusura definitiva
moltissimi impianti natatori e con essi va in crisi un intero settore sportivo
sia agonistico che dilettantistico, esponendo a rischio decine di migliaia di
lavoratori del settore, ma anche un fondamentale servizio di utilità sociale
per i cittadini del territorio ed un patrimonio immobiliare pubblico e privato
di importanza strategica».
«Il CSI – conclude Vittorio Bosio - non può che
condividere le più che motivate e concrete preoccupazioni dei gestori e fa un
appello a tutte le forze di Governo perché cerchino rapidamente soluzioni a
sostegno del settore impiantistico sportivo non solo attraverso una adeguata
proporzionalità nei ristori ma soprattutto attuando una energica azione di
calmieramento dei costi delle utenze, attualmente al centro di una bolla
speculativa internazionale. Ci troviamo di fronte ad un Governo di ampia
coalizione, dove forze politiche di opposte estrazioni si sono unite, sotto la
guida di premier capace e credibile, per ascoltare le tante domande di un Paese
in difficoltà: questo è il momento di dare risposte concrete a quelle domande».
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